HISTORY

LA STORIA DI COME È NATO IL CONCETTO DI “TEMPO”

 

300 d.c.

Il concetto di “tempo”, quello che conosciamo nella società moderna, nasce nel 1300 grazie a San Paolo e a San Benedetto che sostenevano: “chi non lavora non ha diritto a mangiare”. 

RINASCIMENTO

Alle soglie del rinascimento, nascono i primi orologi meccanici che scandiscono le ore e i minuti iniziando cosi laicizzare il tempo.

Pertanto il tempo non è più una successione di esperienze in rapporto giorno notte, lune, sole, stelle, stagioni, ma una teoria di ore, minuti e secondi e tutto verra’ collegato alla nostra  vita.

700 d.c.

Con la rivoluzione industriale iniziata dal 700 il tempo diventa una unità di misura fondamentale elaborando organizzazioni e sistemi di lavoro scientifici e scaricando sulle macchine lo sforzo per produrre di più in minor tempo. 

900 d.c.

Nel 900 a Detroit è Ford il precursore delle produzioni di massa standardizzate e catena di montaggio delle auto. Era in grado di produrre un’enorme quantità di auto ottimizzando il “tempo” e di conseguenza i prezzi di vendita diminuivano di giorno in giorno. La contraddizione di fondo è quella che, il “tempo lavorativo” degli operai invece di diminuire, grazie al supporto dei macchinari e organizzazioni di produzioni studiate ad hoc, aumento’ moltiplicando prodotti e tempo lavorativo. 

Le radici del modello fast che conosciamo oggi ha le proprie origini da questa epoca, dove il concetto di fondo è quello di avere la massima produzione ed efficenza nel minor “tempo” possibile, inserendo nel mercato grandi quantità per abbassare i prezzi e raggiungere tutti i potenziali consumatori. 

il mito della velocità

Nasce cosi il mito della velocita’ dove il mondo industriale produce prodotti uguali per tutti e in tutte le parti del mondo attraverso le sue catene di montaggio “spersonalizzando” le tradizioni e prodotti locali. Appiattendo i prodotti e l’offerta riempiendo superfici sempre piu’ grandi creando delle vere e proprie cittadelle dell’acquisto e grandi supermercati dell’abbigliamento con un’offerta fashion usa e getta per permettere alle catene di produzioni di ottimizzare le proprie economie di scale e abbattere i costi.

STANDARDIZZAZIONE

Non è importante se il prodotto è realizzato con qualità e attenzione, ma interessa farlo arrivare al più alto numero possibile di persone e che, sia pratico e accessibile nel prezzo per la grande massa, trasmettendo un messaggio estetico effimero per nulla etico.

Questo concetto lo esprime molto bene la famosa affermazione di Ford cioè “gli americani possono scegliere auto di qualsiasi colore purché le scelgano nere”. 

LA MANCANZA DI MODELLI futuri

Il problema della società attuale è che non è stata preceduta da un modello di vita coerente dei nuovi bisogni e nuove risorse, rispetto ai modelli per esempio industriali. Non c’è stata una direzione precisa negli ultimi settant’anni ed è normale avere un senso di disorientamento, sensazione di crisi e nessun punto di riferimento che impedisce di vivere bene e progettare il futuro.

La velocità è un ottimo mezzo di controllo di tutto questo e creare modelli comportamentali ad hoc per far crescere sopratutto i grandi fatturati delle multinazionali.

Non per niente i modelli dei nostri comportamenti sono frutto di una successione sempre più rapida di eventi e scoperte di prodotti di vario genere senza mai aver tempo di approfondire e informarsi, se è un qualcosa di positivo per noi.